Reading Camilleri

This is the final scene of “L’incantesimo della Volpe” from a book of short stories about animals by Andrea Camilleri. In this one, as a boy, he was obliged to go hunting with his father.

"Poi il cane, arrivato a pochi passi da me, superata la linea netta tra sole e ombra, venne investito in pieno dalla luce. Fu un attimo, e, come se una mano invisibile gli avesse appiccato il fuoco, violentemente il suo pelame divampò di un rosso rifulgente. Quel colore mi colpì come un grido. Rimasi affascinato a contemplarlo, era un animale magico, mitologico, coperto d’oro e di fiamma. Ma anche lui si fermò d’un tratto e alzò la testa a guardarmi. Allora vidi i suoi occhi e capii. Non ci vedeva, era cieco. Si era avvicinato tanto a me perché il vento non gli aveva portato il mio odore. E sentii mio padre che urlava: «È una volpe! Spara! Spara!» Lui non poteva sparare, era troppo lontano. Io non mi mossi ma intuii che stava scendendo giù a rotta di collo. Non sparai, rimasi immobile. Ero incantato da quella bellezza, trattenevo persino il respiro.

La volpe, che aveva rizzato le orecchie alla voce di mio padre, si voltò, si mosse velocissima verso il fondovalle e, appena tornò dentro la zona d’ombra, sembrò spegnersi, annullarsi. Ma, sia pure per pochi istanti, mi aveva regalato un incantesimo".

Ah, this is why I love reading anything by Andrea Camilleri.

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